Alessandro Renica: bio del terzino del Napoli di Maradona nel post di Diretta-Napoli
Alessandro Renica è uno di quei difensori di cui tutte le squadre avrebbero bisogno ancora oggi. Di ruolo libero e terzino sinistro, ha legato la sua carriera agonistica con la squadra azzurra, con la quale ha disputato stagioni eccezionali dal 1985 fino al 1991, anno in cui decide di terminare la carriera da calciatore nel Verona, avvenuta nel 1993.
In questo post dedicato ai Numeri 1 in maglia azzurra, vediamo insieme la carriera e i principali step professionali di Alessandro Renica: buona lettura e benvenuti su Diretta Napoli!
Alessandro Renica: gli inizi
Alessandro Renica nasce ad Anneville-sur-Mer, comune francese della Normandia, il 15 settembre del 1962 da genitori italiani, emigrati in Francia in cerca di fortuna. Torna però in Italia da piccolo, all’età di soli 3 anni, iniziando la carriera di calciatore nel Golosine, una squadra di Verona. A 13 anni entra nel settore giovanile del Lanerossi Vicenza, squadra che lo lancerà nel calcio professionistico nel 1979.
Con i biancorossi giocherà tre stagioni con la prima squadra chiudendo con 16 apparizioni.
Nel 1982, a soli 20 anni, si trasferisce alla Sampdoria di Paolo Mantovani, che in quegli anni fa incetta di giovani calciatori, tra i più promettenti in circolazione nel panorama italiano. La società, neopromossa in A, punta sul forte difensore per stabilirsi con costanza in massima serie. Realizza il primo gol da professionista proprio contro il suo Verona, il 15 gennaio 1983.
Dopo 67 presenze e 5 gol realizzati, nel 1985 lascia la Sampdoria per approdare al Napoli di Maradona, che punta su di lui per costruire una difesa da scudetto. Il motivo della cessione riguarda anche il ruolo: Renica non ama giocare terzino, ruolo scelto per lui da Bersellini, allenatore della Sampdoria.
Alessandro Renica al Napoli: vince tutto e diventa l’eroe di coppe
La prima stagione di Renica nel Napoli è positiva: terzo posto finale dietro a Juventus e Roma e squadra che cresce nelle prestazioni e nell’autostima. Maradona poi porta con sé una mentalità vincente, che infonde ai suoi compagni di squadra, che negli anni si arricchisce di nuovi leader, tra cui appunto Renica in difesa.
Nella stagione 1986-87 il Napoli si laurea campione d’Italia e Renica colleziona 29 presenze e un gol, oltre che bellissime prestazioni, tra cui l’assist a Maradona per un gol incredibile in casa contro la Samp al San Paolo.
Contro l’Atalanta è suo il primo dei tre gol della finale d’andata della coppa nazionale, che gli azzurri si aggiudicheranno vincendo tutte le gare della competizione.
Ma Renica diviene l’eroe di coppe senza dubbio, poiché oltre al gol della finale di coppa Italia si ripete in una gara ancora più difficile: quarti di finale di coppa UEFA contro la Juventus, segnando il gol-qualificazione negli ultimi minuti del secondo tempo supplementare.
Con gli azzurri è spesso decisivo, giocando in diversi ruoli della difesa, quasi un jolly. La vittoria della coppa UEFA è seguita dal secondo scudetto, nel quale è protagonista nel gol alla Fiorentina, che però lo costringe ad un brutto stop, che gli costa tante gare saltate per infortunio. Ma vincere un altro scudetto con il Napoli è una gioia alla quale Alessandro Renica non rinuncerebbe mai, seppur giocando meno.
Torna protagonista da titolare nella stagione 1990-91, in un Napoli che però non è più quello di una volta. Si porta a casa comunque un altro trofeo, battendo la Juventus per 5-1 al San Paolo in supercoppa. In campionato giunge ottavo mentre in Coppa Campioni la corsa del Napoli si ferma a Mosca, contro lo Spartak ai rigori.
Al termine della stagione decide di lasciare il Napoli per tornare a Verona. Con gli azzurri sono 136 presenze totali e 10 gol realizzati.
Alessandro Renica: gli ultimi anni da calciatore con il Verona e la carriera da allenatore
Le ultime due stagioni per Renica sono in maglia veronese, con la quale gioca la serie A 1991-92, anno in cui i veronesi si riaffacciano nella massima serie dopo un anno di assenza. Con i veronesi però non termina bene, vista la retrocessione in B e partecipa alla serie cadetta con la società veronese nella stagione 1992-93, anno in cui decide di ritirarsi dal calcio giocato a soli 31 anni.
Con i veronesi gioca un totale di 28 presenze e un gol realizzato.
Dopo la carriera da calciatore diventa allenatore, allenando diverse squadre di Eccellenza e squadre giovanili venete. Per noi rimarrà sempre la colonna portante della grande difesa azzurra di quegli anni, e ovviamente re di coppe. Alla prossima da Diretta-Napoli!