Amedeo Amadei: storia del campione azzurro nel post di Diretta Napoli
Nel nostro angolo di storia azzurra, non potevamo non riservare un posto speciale all’iconico attaccante del Napoli di Achille Lauro, Amedeo Amadei, che ha legato il suo nome alla Roma, con la quale ha vinto uno storico scudetto nel 1942 e il Napoli, con il quale ha giocato sei stagioni da protagonista, in una squadra ricca di talento che si affacciava con speranza nella serie A del secondo Dopo-Guerra. Una squadra, come detto, di talenti puri, tra i quali spiccavano Vinicio, Pesaola, Jeppson, Bugatti, che il presidente Lauro acquista non badando a spese, per costruire un Napoli vincente.
Ripercorriamo la storia di Amedeo Amadei nelle righe che seguono: benvenuti su Diretta-Napoli!
Amedeo Amadei: gli inizi tra Roma e Atalanta
Amedeo Amadei nasce a Frascati il 26 luglio del 1921 e inizia a giocare fin da giovanissimo nelle file della Roma, nella quale cresce calcisticamente. Soprannominato “Il Fornaretto” per il lavoro dei genitori, che gestivano un panificio, viene ammesso con i giallorossi dopo un provino all’insaputa degli stessi, che non approvano la scelta del figlio.
L’esordio avviene in una Roma-Fiorentina 2-2 nella stagione 1936-37. Il 9 maggio del 1937 segna, in Lucchese-Roma 5-1, il suo primo gol in Serie A, divenendo a poco più di quindici anni, il più giovane calciatore ad andare in gol nella massima divisione del campionato italiano, record che Amadei detiene ancora oggi.
Dopo un anno in prestito all’Atalanta, con la quale gioca un totale di 35 partite con 5 gol realizzati tra i cadetti, torna a Roma e diviene titolare della formazione giallorossa, guidandone l’attacco a suon di gol. Guida la squadra romana al primo scudetto della sua storia nella stagione 1941-42, nella quale è protagonista anche in negativo, poiché in una gara di coppa Italia contro il Torino viene squalificato a vita per aver preso a calci il guardalinee. Beneficia dell’amnistia e torna a giocare. Lo stesso Amadei dichiara di non essere stato lui a dare il calcio al guardalinee ma un suo compagno di squadra, tale Dagianti, che in un pranzo con lo stesso arbitro della gara, ammette l’errore e si scusa per il gesto, rimettendo in gioco così Amadei.
Con la Roma gioca un totale di 386 presenze, segnando 111 reti, che ne fanno uno dei massimi goleador di sempre della squadra romana.
Le migliori stagioni sono nell’Inter
Nel 1948 e fino al 1950 Amadei si trasferisce all’Inter (che batte la concorrenza del Torino e di altri top club dell’epoca) dove è protagonista delle sue migliori stagioni da calciatore in fase realizzativa. In soli due anni con la maglia nerazzurra segna ben 42 reti in 70 partite, trascinando i nerazzurri. Il ricordo più bello è legato alla tripletta realizzata nel derby milanese e vinto per 6-5 dopo essere stati in svantaggio 4-1. Una gara che entra nella storia della stracittadina.
Ma dopo soli due anni, Amadei decide di cambiare aria e avvicinarsi alla sua città. Sceglie così il Napoli di Lauro, neo-promosso in serie A.
Sei anni da protagonista da calciatore e successivamente da allenatore del Napoli
Achille Lauro voleva costruire un Napoli da scudetto e prende qua e là il meglio che può. In pochi anni, una squadra che militava in B diviene una delle più forti compagini della massima serie. Uno degli acquisti più importanti è Amedeo Amadei, che insieme a Jeppson e Vinicio forma un trio da paura.
Nella prima stagione riesce a siglare 11 reti in campionato (il primo gol azzurro lo sigla in un Napoli-Milan 3-5 del primo ottobre del 1950), che diventano 12 l’anno successivo, poi 7 nella stagione successiva, e di nuovo in doppia cifra con dieci reti segnate in quella dopo. In quegli anni entra in competizione, in quanto a gol, con Hasse Jeppson, il calciatore più pagato dell’era Lauro, e successivamente con Vinicio, acquistato l’ultima stagione prima del suo ritiro, avvenuto al termine del campionato 1955-56, dove gioca poco e segna solo una rete.
La migliore stagione di Amadei da calciatore del Napoli è quella datata 1952-53, quando il Napoli giunge quarto a soli sei punti dall’Inter campione d’Italia. In quella stagione si toglie la soddisfazione di segnare al Milan e alla Juventus, in un 3-2 allo stadio Collana del 1953.
Dopo 171 gare e 47 reti messe a segno con il Napoli, decide di abbandonare il calcio giocato per dedicarsi al ruolo di Allenatore, proprio del Napoli, vincendo tra gli altri il premio di Seminatore d’Oro (il premio al migliore allenatore della stagione) nel 1957-58.
In totale da calciatore gioca 475 gare mettendo a segno 200 reti totali.
Con gli azzurri vive una lunga esperienza in panchina, che va dal 1956 al 1959, intervallata da un allontanamento e un richiamo dal 1959 al 1961.
Inizia la sua carriera di allenatore del Napoli il 25 gennaio 1956, quando la società partenopea esonera Eraldo Monzeglio. Viene allontanato, come detto, nel 1959 quando viene sostituito da Frossi, per poi essere richiamato dopo sole 4 gare per rimettere in carreggiata la squadra. Rimane fino alla stagione 1961, quando è sostituito come allenatore per le ultime due partite da un altro ex attaccante della società partenopea, ossia Attila Sallustro.
Il problema principale di Amadei allenatore è quello di riuscire ad arginare la forte personalità di Lauro, che si manifestava nello spogliatoio e che forse ha impedito alla squadra di ottenere migliori risultati in quelle stagioni.
Il resto della vita di Amedeo Amadei
Il resto della sua carriera di allenatore sarà tra Lucchese e Italia Femminile, quest’ultima a titolo gratuito. Vive con serenità i suoi ultimi anni di vita e scompare nella sua casa di Grottaferrata il 24 novembre 2013, all’età di 92 anni.
La Roma lo ha inserito nella hall of fame dei migliori calciatori di sempre nella storia romanista. Aggiungerei che rimane ancora oggi uno dei migliori attaccanti anche della storia del Napoli, e forse italiani di sempre (anche se in Nazionale ha giocato pochissimo, vista la concorrenza nel ruolo di altri grandi punte dell’epoca).
Alla prossima con l’appuntamento con i numeri 1 in maglia azzurra, a cura del nostro portale!