Claudio Pellegrini: bio dell’attaccante napoletano degli anni ’80 nel nostro consueto appuntamento con i numeri 1 in maglia azzurra

Bentrovati nel nostro consueto spazio dedicato ai numeri 1 in maglia azzurra, che oggi ha il piacere di raccontarvi le gesta dell’attaccante napoletano Claudio Pellegrini, che all’inizio degli anni ’80, prima dell’avvento di Maradona, era la punta principale dell’attacco azzurro.

Pellegrini ha conosciuto soprattutto due anni positivi in maglia azzurra, coincisi con la riapertura delle frontiere per i calciatori stranieri, che portò sotto il Vesuvio il difensore Ruud Krol. Con l’olandese nelle prime due stagioni, Pellegrini segna a raffica e sfiora anche la nazionale maggiore, che proprio in quel periodo si avvicinava al mondiale spagnolo del 1982.

Ripercorriamo la carriera dell’attaccante Claudio Pellegrini nelle righe che seguono: buona lettura e benvenuti su Diretta-Napoli!

Claudio Pellegrini: gli inizi

Claudio Pellegrini nasce a Roma il 16 febbraio del 1955. E’ fratello di altri due calciatori, Stefano Pellegrini e Romolo Pellegrini, ed è per questo che viene identificato come Pellegrini III.

Muove i primi passi da calciatore con l’ACLI Primavalle, poi passa alle giovanili del Torino, senza però riuscire a sfondare. Successivamente girovaga prima al Novara, poi al Casale (dove gioca 27 gare e mette a segno il primo gol in carriera), poi Barletta (24 gare con 7 reti totali) fino ad arrivare all’Udinese che allora, siamo nel 1976, milita in serie C. Finalmente con i friulani riesce a giocare con una certa continuità. Disputa così due campionati di Serie C, con 30 reti in 71 gare complessive e conquista, nel 1978, la promozione in Serie B, la Coppa Italia di Serie C e la Coppa Anglo-Italiana.

Le due ottime annate con l’Udinese lo mettono sotto il mirino del Napoli, che lo acquista nel 1978.

Claudio Pellegrini al Napoli

Con gli azzurri esordisce in serie A in un Napoli-Ascoli 2-1 il primo ottobre del 1978, dove segna anche il suo primo gol in massima serie. In quella prima stagione d’assaggio, Pellegrini sigla 8 reti in 33 partite, di cui 5 in campionato e 3 in coppa Italia (il primo gol ufficiale con gli azzurri contro il Rimini). Esordisce anche in Europa, nella coppa UEFA. Ma gli azzurri hanno altri programmi per lui l’anno successivo e lo spediscono a giocare ad Avellino, che all’epoca gioca la serie A a buoni livelli, potendone così monitorare i progressi più da vicino.

Con i lupi gioca un’ottima annata che gli frutta altre 4 reti in 28 partite giocate. Torna così a Napoli per giocarsi le sue carte. Siamo nella stagione 1980-81. Quell’anno vede la riapertura delle frontiere del calciomercato anche per i calciatori stranieri. Tutti i club italiani acquistano così i primi stranieri dopo tanti anni, e il Napoli pesca in Canada un difensore olandese, che aveva anni prima fatto le fortune dell’Ajax e della Nazionale Olandese di Cruijff: stiamo parlando ovviamente di Ruud Krol, allora 31enne.

Sotto la guida di Marchesi allenatore e con un Napoli che l’anno prima era arrivato 11esimo, inizia la resurrezione azzurra con l’olandese a dettare i tempi di gioco, dall’alto della sua classe altissima, e con Claudio Pellegrini a finalizzare l’azione. La stagione 1980-81 vede un Napoli pimpante che sfiora lo scudetto, perso in una rocambolesca gara interna contro il derelitto Perugia, che passa al San Paolo per 1-0 con un’autorete di Ferrario. Una gara stregata viste le tante occasioni da gol create e un portiere ospite che para l’impossibile. Gli azzurri finiscono comunque terzi il loro campionato e Claudio Pellegrini sigla 11 reti totali (più un altro in coppa Italia), terzo nella classifica dei cannonieri dietro Pruzzo e Bivi. Queste sue ottime performance gli valgono l’entrata nel giro azzurro della nazionale.

Una delle prestazioni più belle di Pellegrini e di quel Napoli è il 4-0 rifilato alla Roma, che vi riproponiamo qui di seguito:

L’anno successivo il Napoli non riesce a bissare la stagione precedente ma conclude la sua annata con un ottimo quarto posto finale, alle spalle di Juventus, Fiorentina e Roma. Pellegrini quell’anno segna altri 11 reti in campionato, a cui si vanno ad aggiungere due reti in coppa Italia, decretandone la migliore stagione realizzativa della sua carriera da calciatore. Poco fortunato in coppa UEFA dove non riesce invece ad incidere.

Da ricordare quell’anno la tripletta rifilata al Como in campionato, con la gara che termina 4-0 per gli azzurri in trasferta e la rete siglata contro l’Inter in casa.

Purtroppo nonostante i 22 gol segnati in A in due anni con il Napoli, Pellegrini non riesce a ricevere l’agognata convocazione in Nazionale, valevole per i mondiali in Spagna. Sarebbe stata una grandissima soddisfazione prendere parte alla spedizione del Mundial, vinto dai nostri colori.

Da quella “delusione” nascono annate meno fortunate per Pellegrini e per lo stesso Napoli, che sfiora la retrocessione in serie B. Se sono 7 le reti nella stagione 1982-83 per Pellegrini tra campionato e coppe, una sola rete invece viene siglata dal bomber azzurro nella stagione 1983-84, l’ultima con i colori azzurri.

Da qui viene ceduto alla Fiorentina, proprio quando arriva a Napoli Re Diego Armando Maradona, che ne avrebbe potuto riaprire la vena realizzativa con le sue giocate.

Con il Napoli gioca un totale di 175 gare mettendo a segno 41 reti, che lo fa entrare in classifica tra i bomber all time in maglia azzurra.

Gli ultimi anni di Claudio Pellegrini

Gli ultimi anni di carriera di Pellegrini sono piuttosto tristi: un solo anno alla Fiorentina nella stagione 1984-85 con 1 rete messa a segno in 12 presenze. Poi Palermo, in serie B, dove segna 1 solo gol e viene travolto dallo scandalo scommesse. Termina la carriera al Nola in C2 dove gioca 12 gare mettendo a segno 3 gol.

Ha totalizzato complessivamente 182 presenze e 38 reti in massima serie.

Comments

comments

Pin It on Pinterest