Freddy Rincón, bio dell’ex attaccante di Napoli e Real Madrid scomparso di recente
Freddy Rincón non c’è più. E’ infatti scomparso prematuramente l’iconico attaccante che ha vestito le casacche di Napoli e Real Madrid in Europa, Palmeiras, Santos e Cruzeiro in Sud America. Ha inoltre vestito per diversi anni la casacca della Nazionale Colombiana, per la quale ha partecipato a ben tre mondiali consecutivi tra 1990 e 1998. Quella nazionale è forse stata la più forte di sempre della storia della nazionale e ricca di talenti come Asprilla, Higuita, Valderrama, divenuti fenomeni in patria e nelle squadre di club.
In questo post a cura di Diretta Napoli vogliamo dare a modo nostro l’addio a Freddy, e a una generazione di calciatori che hanno fatto la storia del calcio. Bentornati sul nostro portale!
Freddy Rincón, gli inizi
Freddy Eusébio Gustavo Rincón Valencia nasce a Buenaventura il 14 agosto del 1966. Inizia la sua carriera da calciatore nel 1986, nell‘Atlético Buenaventura. Successivamente veste le maglie di Indipendiente di Santa Fe e America de Cali, dove tra il 1990 e il 1993 riesce a mettersi in luce con ottime prestazioni e collezionando 77 presenze con 32 reti messe a segno.
Gioca con il Palmeiras nel 1994 ma subito dopo viene chiamato dal Napoli, che aveva bisogno di un calciatore che potesse sostituire i partenti Fonseca e Di Canio. All’epoca era già da diversi anni titolare della nazionale colombiana, con la quale aveva partecipato a due mondiali, di cui uno proprio in Italia.
Freddy Rincón gioca a tutto campo: dalla metà campo fino in area di rigore, questo calciatore può ricoprire diversi ruoli, dalla mezzala alla seconda punta. Un calciatore moderno, che fa della forza fisica unita alla velocità e alla tecnica, una delle sue armi vincenti per scardinare le difese avversarie. Diciamo che per l’epoca si tratta di un calciatore che non tutti i tecnici sapevano come valorizzare, proprio per la grande duttilità della quale è dotato.
Freddy Rincón al Napoli
Ci troviamo nel Napoli stagione 1994-95. Le redini della società sono affidate ai Gallo, che hanno ereditato una situazione pressoché fallimentare da un punto di vista economico e finanziario. La società non se la passa di certo bene ed è stata costretta a cedere dopo l’ultima sessione di mercato Ferrara, Fonseca, Thern, oltre che Di Canio, tornato quest’ultimo per fine prestito alla Juventus. Anche Marcello Lippi nel frattempo lascia Napoli per accasarsi alla Juventus.
La squadra che aveva conquistato la Qualificazione UEFA a Foggia viene affidata a Guerini, che l’anno prima aveva centrato un’incredibile finale di coppa Italia con l’Ancona, squadra di serie cadetta. Si tratta di uno degli allenatori di nuova generazione che ha delle idee di calcio innovative per l’epoca. La società decide di puntare su di lui. Ma urgono rinforzi sul mercato per sostituire i partenti. A tal riguardo vengono acquistati Massimo Agostini, detto “Il Condor” dall’Ancona, Benny Carbone dalla Roma, André Cruz dallo Standard Liegi e Alain Boghossian dal Marsiglia. Ma uno dei rinforzi che stuzzica la fantasia dei tifosi azzurri è l’acquisto appunto di Freddy Rincón dal Palmeiras.
L’inizio del colombiano e del Napoli però non è dei migliori. Dopo le prime gare utili, con la vittoria casalinga contro la Reggiana e le qualificazioni in Coppa Italia e coppa UEFA, il Napoli incappa in una serie di gare poco felici, che portano a sconfitte brucianti, come quella contro la Cremonese e la Juventus al San Paolo, abbinate agli incredibili pareggi per 3-3 contro Genoa e Padova. In quest’ultima gara si mette in evidenza finalmente il colombiano con una doppietta che però non serve per battere la neo-promossa in A, che rimonta negli ultimi cinque minuti il 3-1 firmato da Rincón e Agostini. Il colombiano in quella occasione indossa la maglia numero 10.
Il Napoli si trova nei bassifondi della classifica e perde 5-1 contro la Lazio di Zeman all’Olimpico. E’ la goccia che fa traboccare il vaso. Guerini non è ben visto dallo spogliatoio e non sa valorizzare il talento della squadra. Tra gli altri insiste nel far giocare il nazionale colombiano da attaccante centrale, ruolo a lui non congeniale.
Ed è così che la società decide di esonerare il tecnico italiano per ingaggiare una vecchia volpe della nostra serie A, ossia Vujadin Boskov. Il tecnico jugoslavo rivitalizza con la sua presenza la squadra, che dapprima batte 3-0 il Bari, poi raggiunge i Quarti di finale di coppa Italia e infine si qualifica per gli Ottavi di Coppa UEFA. Soprattutto cambia il ruolo al ragazzo colombiano, ora più libero di muoversi su tutto il fronte offensivo, lasciando come prima punta Massimo Agostini.
Una squadra che diviene più equilibrata e che rialza così la testa, andando a conquistare punti preziosi in chiave salvezza prima, che poi si trasforma in lotta per un piazzamento UEFA poi.
Il girone di ritorno del Napoli è da urlo: Freddy Rincón è inarrestabile e insieme ad Agostini e Benny Carbone fa impazzire la curva B. Dai piedi del colombiano partono le vittorie contro Reggiana e Cremonese, che rialzano il Napoli e lo portano in alto in classifica.
Il colombiano a questo punto, dopo un inizio di stagione non semplice, diviene semplicemente protagonista con le sue giocate. Lo sanno bene anche il Genoa e la Lazio, quest’ultima la quale viene punita al San Paolo per 3-2 dopo essere stata in vantaggio per 0-2. Una notte da ricordare per la grande rimonta contro una delle squadre allora più forti della massima serie. Il colombiano è protagonista della migliore gara da quando è in Italia.
La doppietta alla Lazio diventano anche gli ultimi gol di Freddy Rincón con la maglia azzurra. Il Napoli sfiora la qualificazione UEFA dopo 4 vittorie consecutive finali e cede negli ultimi minuti la qualificazione all’Inter di Moratti.
Purtroppo il Napoli incappa nuovamente nei debiti ed è costretta a cedere tutti i suoi calciatori migliori, tra cui Cannavaro, Carbone e Rincón. Quest’ultimo tenta l’avventura al Real Madrid.
Con gli azzurri gioca un totale di 28 gare in campionato, mettendo a segno 7 reti. Si rivela essere uno dei migliori marcatori della squadra azzurra quell’anno.
Freddy Rincón al Real Madrid e di ritorno in Sud America
Freddy Rincón nel Real Madrid non gioca molto, chiuso da calciatori come Raul. Ma comunque partecipa alla stagione madridista giocando 14 gare e prendendo parte anche alla Champions League, ma eliminato dalla Juventus, che si rivelerà quell’anno campione ai rigori contro l’Ajax.
Al termine della stagione il colombiano dà l’addio all’Europa e torna nel continente americano, dove veste le maglie di Palmeiras, Corinthians, Santos, Cruzeiro.
Si ritira nel 2004 dopo aver vestito nuovamente la maglia del Corinthians.
Freddy Rincón con la Colombia
Freddy Rincón ha giocato con la maglia della Colombia ben 84 partite, mettendo a segno 17 reti totali. E’ stato uno dei calciatori più amati della nazionale sudamericana, partecipando a ben 3 Mondiali e 3 coppe America. Molti se lo ricorderanno ad Italia ’90 dove si ferma agli Ottavi di Finale, ma prima è capace di segnare a Milano contro la Germania Ovest (che vincerà proprio quel mondiale). Non andrà meglio ad USA ’94, che vede la Colombia eliminata al primo turno e colpita dall’uccisione del difensore Escobar, reo di aver commesso un’autorete. L’ultimo mondiale lo porta in Francia nel 1998.
L’ultima apparizione in nazionale risale al 2001 nelle qualificazioni ai Mondiali del 2002, in trasferta contro l’Argentina.
Freddy Rincón: gli ultimi anni e la morte
Freddy Rincón negli ultimi anni si è occupato di allenare prima che però la morte lo cogliesse il 14 aprile del 2022, a causa di un incidente d’auto che lo porta a scontrarsi con un autobus.