Gianluca Grava, bio del difensore casertano nel post di Diretta Napoli
La classe non è acqua e non si acquista al supermercato. Nel gioco del calcio è essenziale, ma non è propriamente tutto. Basta essere difensori arcigni e coriacei per restare nel cuore di milioni di tifosi. È proprio il caso di Gianluca Grava. Uno di quei difensori vecchia maniera, attenti all’anticipo e allo sradicamento del pallone.
Poco tecnici ma particolarmente efficaci dal punto di vista difensivo e tattico. Come non se ne trovano più in giro, escludendo, naturalmente, i grandissimi nomi. Grava, a suo modo, è un esponente illustre del calcio cosiddetto “nostalgico”.
Vediamo in questo post a cura di Diretta Napoli, per il consueto appuntamento con i Numeri 1 azzurri, la storia e la carriera del difensore azzurro Gianluca Grava. Bentornati sul nostro portale!
Gianluca Grava alla Casertana
Gianluca Grava nasce a Caserta il 7 marzo del 1977. Il difensore nasce, sia anagraficamente che calcisticamente, a Caserta. La Casertana è la sua prima squadra in assoluto. L’esordio tra i dilettanti a soli 16 anni. Correva la stagione 1993/94.
Nelle successive 4 stagioni ha modo di acquisire anche un certo feeling con il gol, che non è mai stato nelle sue corde. 7 reti in 86 presenze complessive sono un ottimo bottino per un terzino destro/centrale di difesa molto più avvezzo al bastone piuttosto che alla carota. Da qui si trasferisce alla Turris.
Gianluca Grava alla Turris e alla Ternana
Una volta conquistata la promozione storica con la Casertana, nel 1997, Grava resta in Campania e si trasferisce alla Turris. Ci resta solo un anno con 30 presenze all’attivo, prima di effettuare il salto di qualità vero e proprio nelle fila della Ternana. La squadra umbra lo tessera nel 1998 e ne fa il pilastro indissolubile da cui costruire la propria difesa.
In 6 campionati di Serie B stavolta si abbassa drasticamente la sua media realizzativa, riuscendo a segnare solamente un gol in 143 presenze.
Gianluca Grava al Catanzaro
Nel 2004 Gianluca Grava conclude la sua esperienza alla Ternana e si trasferisce al Catanzaro. Ormai è un calciatore di quelli affermati per la serie cadetta e le sue prestazioni non sono più una sorpresa per gli addetti ai lavori.
Lo diventano, forse, nel momento in cui è una nobile decaduta a notarlo e a fare un’offerta di quelle, dal suo punto di vista, irrinunciabile.
Con i calabresi gioca comunque quindici presenze prima di trasferirsi con il primo Napoli di ADL, squadra che dopo il fallimento ha bisogno di ripartire da basi solide. E chi più solido di Gianluca Grava?
Gianluca Grava al Napoli
L’unica stagione del difensore casertano in Calabria lo proietta nella sessione di mercato invernale del 2005 di nuovo nella sua Campania. Stavolta è il nuovo Napoli del presidente Aurelio De Laurentiis a voler costruire la difesa intorno a lui.
Nel gennaio del 2005 si concretizza il trasferimento in azzurro. Il salto di categoria è verso la Serie C1, quindi all’indietro, ma la squadra ha ambizioni rinnovate per un pronto ritorno nel calcio che conta.
Nella prima stagione c’è la delusione cocente della sconfitta ai play-off contro l’Avellino a destabilizzare le ambizioni sopra citate. L’anno successivo, però, è tutto diverso. Grava assume le chiavi della difesa e, stavolta, la promozione in Serie B è cosa fatta. Si può dire che da qui spicca il volo. Acquisisce lo status di Gravatar, com’era solito essere soprannominato da addetti ai lavori e tifosi.
Il 2006/2007 è la stagione della Serie B. Immediato il ritorno nella massima serie, condito da quell’unico gol messo a segno da Gravatar in 38 gare di campionato durante un match contro il Treviso.
Il 5-0 all’Udinese nella seconda giornata di campionato Serie A segna un altro traguardo storico a livello personale: diventare Capitano del Napoli. Al posto di mister Reja subentra Roberto Donadoni e successivamente Mazzarri, il quale ha comunque una certa considerazione nei suoi confronti. Contro gli albanesi del Vllaznia, in Intertoto, abbiamo l’esordio assoluto in ambito europeo. Ciò definisce l’ascesa inesorabile di Gianluca Grava ai massimi livelli calcistici.
Sotto la guida di mister Walter Mazzarri esplode definitivamente e scrive pagine di storia indelebili e ancora oggi memorabili del calcio Napoli. Punto fermo di quella difesa dai nomi non altisonanti ma dal rendimento particolarmente affidabile e costante, Grava fa della squadra azzurra una delle più arcigne della massima serie, e anche forti tecnicamente grazie a gente come Cavani, Lavezzi, Hamsik, che innalzano il tasso qualitativo della squadra, che addirittura arriva a lottare con le prime della classe.
Se si chiede a qualsiasi tifoso del Napoli un ricordo immediato che viene loro in mente su Gianluca Grava, la maggior parte lo legherebbe certamente ad un Napoli-Lecce. Durante quella partita di campionato, disputatasi nella stagione 2010/2011, Gravatar salva un pallone sulla linea di porta destinato inesorabilmente in rete. Ma la notizia è un’altra. Nell’azione successiva Cavani segna il gol decisivo dell’1-0 oltre il 90simo minuto, che manda in estasi tutto il San Paolo.
Quello rappresenta al meglio ciò che questo difensore è stato per i tifosi azzurri. Non un grande nome, ma certamente una grande certezza per tutti.
Il coronamento della carriera sportiva di Gianluca Grava avviene nel momento in cui esordisce in Champions League contro il Villarreal nel 2012. La chiusura di un cerchio.
Il 20 maggio dello stesso anno, insieme ai suoi compagni, alza al cielo la Coppa Italia, la quale si connota come il primo grande trofeo ufficiale vinto in carriera, sebbene non sia stato propriamente uno dei protagonisti principali della stagione suddetta.
Il 2013 è l’ultimo anno da giocatore. Lascia il Napoli dopo 8 lunghi anni e, nel contempo, lascia anche il calcio, ma solo in veste di calciatore. Non lo abbandona quindi in via definitiva. L’amore è troppo grande dei tifosi. Un amore strameritato per un calciatore che, nonostante non avesse un talento sopraffino, con abnegazione, sacrificio e impegno si è guadagnato il rispetto dei tifosi. Lo attende, comunque, un ruolo diverso nei panni di responsabile del settore giovanile del Napoli, che, peraltro, occupa ancora tuttora.
Conclusioni
Nel corso della sua carriera, Gianluca Grava si è posto involontariamente come punto di riferimento per tutti coloro che non si ritengono grandissimi calciatori, ma hanno un sogno nel cuore: poter sfondare nel grande calcio grazie al lavoro, al sacrificio, alla voglia di arrivare lontano.
Gianluca Grava mantiene un posto speciale nell’amarcord dei tifosi del Napoli, in particolare. Le telecronache del giornalista Raffaele Auriemma su Mediaset Premium (da lui proviene il soprannome “Gravatar”) restano una pietra miliare per chi ama il calcio nostalgico e romantico, quello di un Napoli che in sordina, con impegno, costanza e la voglia di non mollare mai, è riuscito ad arrivare a giocarsi uno scudetto contro il Milan, guadagnare la qualificazione in Champions League, recuperare gare ormai compromesse (quante volte gli azzurri hanno ribaltato negli ultimi minuti di gioco gare ormai perse, oppure rimesso in piedi qualificazioni o vincendo le partite proprio come quella contro il Lecce), vincere una coppa Italia. Il tutto partendo da calciatori che provenivano dalla serie C, dove tutto è cominciato.