Inter-Napoli 0-0: il commento alla partita di Maurizio Stabile

MILANO– Con diecimila tifosi al seguito,dopo undici partite e circa tre mesi, il Napoli lascia il primato alla Juventus di Allegri che liquida l’Udinese (2-0). Ancora uno 0-0, il secondo, come quello della gara di andata, quello che matura contro l’undici di Spalletti che ha nuovamente alzato una specie di diga innanzi ad Handanovic. Tra i nerazzurri, Skriniar è stato il migliore, oltre al palo, ha fermato spesso MertensInsigne nell’uno contro uno; tra gli azzurri sempre un difensore, ovvero Albiol che marca a dovere Icardi che non va mai al tiro: perfetto. Hamsik aspetta il pallone comodo tra i piedi più che preferire i soliti inserimenti negli spazi, ovvero ciò che meglio gli riesce. Sempre a centrocampo, il solito Allan all’arrembaggio, suono la carica lì in mezzo e non solo, dando l’esempio. I minuti d’imbattibilità in trasferta salgono a 477 per il portierone Reina che ha intanto firmato col Milan. La banda di Sarri esce da San Siro sì solo con un pari, ma con la consapevolezza, la consistenza  e anche la personalità di chi vuole ancora dire la sua in questo avvincente testa a testa. C’era il rischio di non sapersi risollevare, dopo i quattro cazzotti presi dalla Roma al San Paolo. Invece il Napoli fa di tutto per tenere vivo il suo (e non solo) sogno di scudetto, tenendo contro che dall’altra parte c’era un’Inter con un baricentro alto, con qualità fisiche importanti, ma il Napoli non è rimasto tramortito sotto le “mazzatte” giallorosse della Roma e ha reagito nella notte milanese a chi magari non ci credeva più o aspettava addirittura una sconfitta degli azzurri che avrebbe chiuso il discorso scudetto. Con una partita in meno da recuperare contro l’Atalanta, sembra che il Napoli non abbia più il destino nelle sue mani anche se dovesse vincere lo scontro diretto lì, nella tana bianconera. Quei bravi ragazzi di Sarri ci credono ancora, Insigne su tutti: “Certo che crediamo allo scudetto e finchè non sarà matematicamente impossibile vincerlo, continueremo a lottare come abbiamo fatto fino ad ora”. Al numero ventiquattro, fa eco Koulibaly: “E’ ancora tutto aperto: dobbiamo guardare avanti e vincere le partite, senza abbassare la testa”. Anche Maurizio Sarri dice la sua e, forse, mette le mani avanti: “So solo che abbiamo pareggiato contro una squadra che doveva stare sopra a noi” e continua: “Se la Juve le vincerà tutte, potremo soltanto applaudire, ma ricordo che non siamo i più forti, quantomeno i più ricchi.” Si riparte, ma questa volta guardando lo scudetto dal basso; davanti c’è chi vince lo conquista da sei anni che piaccia o meno, questo è il dato di fatto. Sarebbe erroneo e prematuro ritenere che la “questione scudetto” sia esclusivamente appannaggio della Juventus, anche per i record personali che la compagine di Fuorigrotta ha ottenuto, oltre al gioco champagne. L’ex capolista dovrà raccogliere idee ed energie per essere più cattivo sotto porta, a partire da domenica sera, alle 20.45, la prima di dieci finali, quando i partenopei ospiteranno il Genoa.

Ci si augura che l’uscita ai sedicesimi di Europa League e l’eliminazione dalla Coppa Italia, non saranno alla fine il deterrente per i più, per poter urlare con “diritto”: “Anche quest’anno, vinciamo il prossimo…come sempre!!!” Quel patto stipulato da tutti ad inizio stagione vale ancora eh! “Abbiamo un sogno nel cuore…non molliamo ancora!”.

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