Luís Vinício: il leone azzurro nell’ultimo post a cura di Diretta-Napoli

Bentrovati nel nostro angolo dedicato ai numeri 1 in maglia azzurra. Oggi vi parleremo di uno degli attaccanti più prolifici che abbia mai avuto la società azzurra, nonché un allenatore che ha importato dall’Olanda, prima di Sacchi, il gioco totale, sfiorando uno scudetto (poi perso contro la solita Juventus per un gol dell’ex Altafini): stiamo parlando di Luís Vinício, detto O’Lione!

Buona lettura dallo staff di Diretta-Napoli!

Luís Vinício: gli inizi

Luís Vinícius de Menezes, nasce a Belo Horizonte, in Brasile, il 28 febbraio 1932 da famiglia borghese e dopo gli esordi in alcune squadre giovanili della sua città natale inizia la sua carriera professionistica nella squadra brasiliana del Botafogo con il nome d’arte di Vinícius.

Vinicio esordisce nel campionato carioca l’11 novembre del 1951 siglando anche una rete nel 4-1 del Botafogo contro l’Olaria. Nella seconda stagione col Botafogo segna 13 reti in 22 partite, costituendo in quegli anni con Garrincha e Dino Da Costa un trio d’attacco tra i più forti al mondo.

A soli 23 anni il calciatore viene notato dai dirigenti del Napoli, che decidono di acquistarlo per metterlo a disposizione dell’allenatore e degli altri compagni di squadra Jeppson, Amadei e Pesaola.

Vinicio Napoli

L’allora presidente Lauro, lo acquista così dal Botafogo per 50 milioni di lire e viene subito soprannominato “Il leone” per la sua forza fisica, la tenacia e la voglia di spaccare letteralmente la porta avversaria. Diviene così l’idolo indiscusso del Vomero, formando la V2 (nome di un razzo tedesco), il temibile tandem d’attacco con lo svedese Jeppson.

Nella prima stagione col Napoli, 1955/56, Luis realizza ben 16 marcature, ariete, senza fronzoli.

Memorabile la doppietta nel 2-2 contro il Torino del 18 settembre 1955, quando, all’esordio, il brasiliano segna dopo appena quaranta secondi. Il 16 ottobre 1955, Luis mette a segno una tripletta nel’8-1 finale contro la Spal, doppietta contro l’Atalanta a Bergamo nel 30 ottobre 1955, ancora una doppietta nel 3-3 contro il Bologna del 6 novembre 1955. Il 4 dicembre 1955, nell’1-1 contro la Juventus, c’è sempre la sua firma.

Torino-Napoli 1-4 del 5 febbraio 1956, dei quattro gol, due sono ancora del brasiliano. Il 4 marzo 1956, doppietta anche nei confronti del Milan (2-0). Nonostante tutte queste marcature il Napoli non funziona a dovere e non impedirà al Napoli di chiudere la stagione al quattordicesimo posto con soli 32 punti, con la Fiorentina campione.

gol vinicio

Nella stagione 1956/57, il Napoli va sempre male e chiude con gli stessi punti della precedente, ovvero 32 con il Milan campione. Vinicio ne fa due in più del campionato precedente, ovvero 18. Il 7 ottobre 1956, il Napoli espugna Milano con un 3-5 finale nei confronti dei rossoneri: Vinicio ne segna 2. Il 23 dicembre 1956, Napoli-Juventus termina 1-2 ma Vinicio timbra ancora il cartellino. Il 30 dicembre 1956, doppietta del brasiliano nella trasferta vinta contro la Roma per 1-3. Il 24 febbraio 1957, il Napoli impone il pari (2-2) al futuro Milan campione: ancora Vinicio con una doppietta. Il 9 giugno 1957, poker del brasiliano nel 4-1 finale contro il Palermo.

La terza stagione con i colori azzurri è quella più prolifica per il cannoniere del Napoli che realizza 21 sigilli e trascina il Napoli al quarto posto finale con 40 punti, con la Juventus campione.

Si inizia il 22 settembre 1957 con il Torino: 3-0 con doppietta di Vinicio, che si ripete a Bergamo contro l’Atalanta il 29 settembre 1957. Il 3 novembre 1957, ancora una doppietta per Luis in un Napoli-Spal terminato 2-0. Il 24 novembre 1957, il Napoli espugna Torino con un 1-3 clamoroso ai danni della Juventus: Vinicio è sempre a segno. Tripletta di Vinicio contro il Vicenza nel 3-1 finale del 19 gennaio 1958. Il 13 aprile 1958, a Roma contro i giallorossi, 0-2 targato ancora Vinicio con uno dei due gol.

Al Vomero un clamoroso 4-3 in rimonta degli azzurri contro la Juventus: Vinicio ne sigla due contro i campioni d’Italia. Il Collana diviene una bolgia, con tanto di invasione di campo, gente assiepata sulla pista d’atletica attendendo il fischio finale, e campioni portati in trionfo come se avessero vinto la coppa del mondo. A quei tempi (e aggiungerei ancora oggi) battere la Juventus ha sempre un non so che di epico.

Nella stagione 1958/59, il Napoli chiude a metà classifica, al nono posto con 34 punti ed il rendimento di Vinicio cala drasticamente con soli 7 gol in questa stagione. Il 4 gennaio 1959, Vinicio segna nel 1-1 di Milan contro l’Internazionale.

L’ultima stagione di Luis al Napoli è quella targata 1959/60 con il Napoli ad un passo dalla retrocessione con soli 29 punti ed un tredicesimo posto e con Vinicio che lascia la squadra con 7 reti. E’ anche l’anno che il Napoli lascia il “Collana” per trasferirsi al “San Paolo”, del quartiere di Fuorigrotta.

Nel match inaugurale (6 dicembre 1959), 80 mila spettatori e 70 milioni di incasso con vittoria sulla Juventus per 2-1 con un dei due gol, firmato Luis Vinicio in semi-sforbiciata. A Genova, il 27 dicembre 1959, doppietta contro la Sampdoria (0-2) per il bomber brasiliano. Il 28 febbraio 1960, Napoli-Milan 1-1 con ancora Vinicio a segno. 

Si chiude un’epoca, con tantissimi gol di Luís Vinício ma pochi sorrisi per un Napoli che va rifondato, a partire dalla dirigenza.

Vinicio Bologna

Per Vinicio, due stagioni al Bologna (1960-62) con 17 marcature in 27 match. La prima stagione è positiva con 11 reti messe a segno, mentre la seconda stagione sigla solo 6 reti, divenendo la riserva di Harald Nielsen, che si proclamerà capocannoniere due volte della nostra serie A.

Vinicio Lanerossi Vicenza

Per Vinicio quattro stagioni col Vicenza (dal 1962 al 1966) gli valsero 61 reti in 116 partite. E’ tornato il Vinicio dei bei tempi, quelli col Napoli. Era già in Brasile infatti quando venne ricontattato dalla società vicentina, che gli offrì la possibilità di tornare a giocare titolare in serie A. Occasione che “O’ Lione” non poteva lasciarsi sfuggire. Ed ecco per lui quattro ottime stagioni, tra cui in particolare l’ultima con 25 gol che gli vale la chiamata dell’Inter, che lo vuole per completare il reparto offensivo.

Vinicio Inter

Una sola stagione 1966/67 con la grande Inter: 1 sola rete e poco spazio (8 gare disputate) per l’ormai vecchio leone, che torna così al Vicenza, dove a 35 anni suonati, in una una sola stagione mette a segno 7 reti in 25 gare, un buon bottino per colui che decide così di appendere gli scarpini al chiodo e fiondarsi in una nuova avventura: quella di allenatore!

Luís Vinício allenatore

Vinicio come allenatore ha allenato moltissime squadre a cavallo tra gli anni ’70 e l’inizio degli anni ’90. Dall’Internapoli al Napoli, passando per Lazio, Avellino e Udinese, finendo la sua buona carriera da tecnico alla Juve Stabia nel 1991-92. Ma ripercorriamo le tappe di Vinicio come allenatore soprattutto del Napoli, che ha portato con sé innovazioni clamorose nel modo di far giocare le squadre, provenienti direttamente dall’Olanda e dal calcio totale.

Allenatore a Napoli

Sulla panchina del Napoli, Vinicio il “tedesco” brasiliano di Belo Horizonte, aveva un ambizioso progetto: ovvero riportare in alto un Napoli lasciato a metà-classifica da calciatore.

Per fare questo, Luis applicò una zona mista, trasmettendo carica ai giocatori e facendoli giocare in maniera ultra offensiva, con il brasiliano Clerici, punta di diamante del suo Napoli, affiancato da Canè.

Nell’anno del primo scudetto della Lazio, il Napoli guidato da Luis Vinicio giunge terzo a 36 punti, dietro a Juventus e Lazio campione. Il connazionale Sergio Clerici “il gringo” sigla 15 marcature, mentre Braglia 8, Canè 7.

Il vero capolavoro del tecnico azzurro è quello di far giocare la squadra con un gioco totale, dove anche gli attaccanti tornavano a difendere e i terzini spingevano come ali. In più geniale l’intuizione Burgnich in linea con gli altri difensori, con compiti di costruzione del gioco.

vinicio allenatore

Vinicio ricorda così quegli anni:

Secondo me la zona resta il tipo di gioco più redditizio. Ricordavo i miei tempi da calciatore. C’erano delle marcature strettissime, si giocava per novanta minuti fuori dalla propria zona perché si doveva seguire il proprio uomo ovunque. Veniva così tolta alla squadra la possibilità di esprimersi, di imbastire azioni. Invece, un avversario deve essere controllato dal giocatore più vicino a lui.

In possesso di palla, il discorso è diverso, tutti devono partecipare, mettersi a disposizione affinché la palla giri. Ricordo che in tutte le mie squadre, dall’Internapoli al Brindisi alla Ternana, avevamo un gioco fluido, bello.

Ci vogliono giocatori all’altezza, che sappiano marcare e giocare. Inutile fare la zona quando hai uomini poco disponibili.

Nel Napoli, al primo anno, non fu possibile, perché il libero era Zurlini: lento, comportava dei rischi. Ma con l’arrivo di Burgnich, impiegato in linea con i difensori, applicammo la zona totale. Ne parlai con i miei giocatori, che furono entusiasti. Basta rigide marcature a uomo, invece controllo a zona, pressing e fuorigioco.

Quando perdemmo per 6-2 una partita casalinga contro la Juve, chiesi ai ragazzi se preferissero tornare indietro. Macché. Mi implorarono tutti di proseguire l’esperimento. Così facemmo: assimilato il modulo, disputammo un campionato straordinario.

Le stagioni alla guida del Napoli

Il vero capolavoro della gestione di Vinicio è nella seguente stagione infatti (1974/75), quella del secondo posto (41 punti) a -2 dalla Juventus campione. La squadra subisce solo tre sconfitte, 22 gol incassati e ben 50 all’attivo.

Bomber Clerici si ripete con 14 sigilli, 12 per Braglia, 9 per il napoletano Beppe Massa. Una macchia su quell’annata: il 15 dicembre 1974, il Napoli al “San Paolo” viene sommerso dalla Juventus (2-6), con doppietta di Clerici per i partenopei, che nonostante la batosta escono tra gli applausi del pubblico.

Nello scontro finale, a Torino, è una vecchia conoscenza del calcio napoletano, Altafini, a tradire Vinicio e i napoletani, infilando il gol del 2-1 al 88° minuto e regalando di fatto così lo scudetto alla Juventus.

Nel 1975/76, il Napoli, con ancora in sella Vinicio, giunge solo quinto con 36 punti. Ferlaino prende Savoldi che alla prima stagione va a segno 14 volte, 9 reti per Massa. Il 14 marzo 1976, il Napoli blocca il Torino campione (0-0). Ma a fine anno è divorzio con il tecnico brasiliano, incapace di rendere un Napoli divertente, anche vincente. Ed è così che Luis si trasferisce alla Lazio, dove passa lì due stagioni, prima di essere richiamato dagli azzurri.

Nel 1978/79, infatti Vinicio è richiamato dal Napoli alla terza giornata, al posto di Di Marzio e conduce gli azzurri al sesto posto con 32 punti. Il Napoli blocca il futuro Milan campione al “San Paolo” (26 novembre 1978, 1-1 Savoldi con 9 reti personali), per addirittura vincere in casa dei rossoneri (0-1) il 1 aprile 1979.

Nel 1979/80, il Napoli di Vinicio scivola all’undicesimo posto e alla 26° di campionato, Vinicio si dimette dalla guida degli azzurri dopo che una bomba carta esplosa dinanzi la sua panchina, e con la squadra traghettata per le restanti quattro gare da Sormani. 

Gli ultimi anni da tecnico

Ma la carriera di Vinicio continua da allenatore di squadre forse meno blasonate di Napoli e Lazio, ma che riescono a concludere degli ottimi campionati, come nel caso del Pisa, dell’Udinese di Zico, o dell’Avellino a più riprese all’inizio degli anni ’80 e ben allenato, tanto da concludere nel 1987 tra le prime della classe, trascinate da Alessio e Dirceu.

Conclude la sua carriera da allenatore sempre in Campania, alla Juve Stabia, nella stagione 1991-92 in serie C.

 

Il nostro post dedicato ai numeri 1 in maglia azzurra con la biografia di Luis Vinicio, termina qui. Alla prossima con Diretta-Napoli!

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