Napoli sconfitto a Firenze, ma lo scudetto della passione (come quello del gioco) lo ha già vinto

Il Napoli si ferma a Firenze e dice addio ai sogni scudetto, almeno per quello ufficiale del Palazzo, nel quale non entriamo ma ci fermiamo sempre fuori al portone. Troppo difficile vincere in Italia con una squadra come la Juventus, che ha dalla sua una rosa competitiva, uno stadio di proprietà, incassi più elevati e diciamocela tutta, i favori di tutta la classe dirigente italiana, che per un motivo o per un altro, ha forti legami con la società di Agnelli. Perchè i tentacoli dei bianconeri arrivano un pò ovunque: fanno affari con le squadre di mezza (se non tutta) serie A, prestano giocatori o li mandano a fare le ossa nelle squadre di provincia, sponsorizzano attraverso i marchi posseduti dalla famiglia Agnelli la classe arbitrale, investono in attività collegate direttamente o indirettamente nel calcio nazionale, parlando solo delle cose che sono conosciute e di dominio pubblico. Quindi l’epilogo triste è che la serie A è dipendente dalla Juventus e senza questa la maggior parte delle squadre non riuscirebbe a rimanere a galla, travolte come sono dai debiti. Così si spiega tutto: siamo tutti dipendenti della Juventus e questo spegne un pò tutte le velleità di uno sport, sempre meno sportivo e sempre più aziendalista. Troppi gli interessi economici per fare in modo da consentire ad altri di vincere qualcosa nel nostro paese. E la passione pian piano tende sempre più a spegnersi tra le feste sempre più scontate dei tifosi bianconeri ad ogni scudetto.

Sarri in conferenza stampa, parlando di ricchi, si riferisce probabilmente alla Juventus:

“La gente non ha più fiducia nel calcio italiano? Bisogna pensare solo al campo senza secondi pensieri, io non voglio pensare a nient’altro. Nella vita tutto finisce, quindi prima o poi finirà anche quello che vediamo in Italia. Il rischio è perdere tanti appassionati che hanno la sfortuna di tifare squadre che sanno di non vincere mai. Impoverendo il sistema, si impoveriscono anche i più ricchi”.

Fatte queste premesse che per me sono doverose, parliamo di scudetto vero, che per me è fatto dal bel gioco che gli azzurri hanno espresso fino a ieri pomeriggio, quando l’espulsione di Koulibaly, sommata alla delusione del risultato del sabato e al primo gol viola di Simeone hanno portato alla debacle e al risultato finale di 3 reti a 0. Troppo piccolo il Napoli di ieri per poter impensierire fino all’ultima gara la squadra di Allegri, sul campo. Ancora più piccolo il Napoli società per poter sfilare uno scudetto che sarebbe stato meritato per i punti conquistati, il gioco espresso e la superiorità dimostrata allo Stadium. Ma questa stagione deve essere ricordata come la migliore degli ultimi anni, la stagione del bel gioco, della vittoria a Torino, dei punti conquistati, della superiorità della squadra, della passione della gente. Ed ecco che lo scudetto, quello morale, quello che nessuno ci può togliere, si materializza davanti ai nostri occhi.

3 non è il numero perfetto. Ma i nostri numeri sono da primato

Diciamo che il 3 non ci ha portato fortuna. Dicono che sia il numero perfetto, ma in questo caso non lo è stato. 3 sono stati i gol della Fiorentina. segnati tutti e 3 da Simeone. Sono 3 i gol della Juventus sabato scorso, così come 3 sono le sconfitte del Napoli quest’anno con quella di ieri. E probabilmente il 3 non sarà più il numero degli scudetti vinti dalla squadra nella sua storia. Almeno quelli ufficiali. Perchè lo scudetto del tifo, della passione e del gioco sono nostri e da tempo e nessuno potrà portarceli via. Perchè noi abbiamo dimostrato che il calcio è uno sport che si gioca sul campo con la palla, i dribbling, gli scambi, i tiri, i colpi di testa, attraverso il gioco di squadra. Ma il calcio è anche lo sport della gente che va allo stadio per assistere ad uno spettacolo corretto e imparziale, dove a vincere DEVE essere il migliore sul rettangolo verde. Il calcio è delle persone che insegnano i valori dello sport e della correttezza ai propri figli, passando con loro 90 minuti davanti alla TV, allo stadio, accompagnando i figli a giocare con gli amici e con i quali condividere la propria passione e il tempo libero.

Il calcio in Italia è come il pranzo in famiglia la domenica, cioè un modo per stare insieme. Riuscire a riunire le famiglie e il proprio gruppo di amici per vedere insieme le partite. Il calcio è un modo per stare insieme e non è un semplice sport come tutti vogliono farci credere. Ma questo non vale uno scudetto? Non è già questa una vittoria? E noi questa vittoria l’abbiamo ottenuta da tempo, riempiendo lo stadio, le case, gli esercizi commerciali e le piazze con il nostro tifo e il nostro amore per i colori azzurri. Ma soprattutto stando tutti insieme!

Vi lascio con un quesito al quale mi piacerebbe ricevere da voi una risposta: ma se tutti noi (non solo tifosi del Napoli ma tutti i tifosi italiani) smettessimo di andare allo stadio, di vedere le partite e di interessarci al calcio, la Juventus contro chi giocherebbe?

FIORENTINA-NAPOLI 3-0
(primo tempo 1-0)

MARCATORI al 34′ p.t., al 17′ s.t. e al 48′ s.t. Simeone
FIORENTINA (4-3-2-1) Sportiello; Laurini (dal 17′ s.t. Bruno Gaspar), Milenkovic, Pezzella, Biraghi; Veretout, Badelj (dal 38′ s.t. Cristoforo), Benassi; Chiesa, Saponara (dal 30′ s.t. Eysseric); Simeone. (Brancolini, Cerofolini, Ranieri, Hristov, Olivera, Gil Dias, Falcinelli, Thereau). All.: Pioli.
NAPOLI (4-3-3) Reina; Hysaj, Albiol, Koulibaly, Mario Rui; Allan, Jorginho (dal 10′ Tonelli), Hamsik (dal 13′ s.t. Zielinski); Callejon, Mertens (dal 13′ s.t. Milik), Insigne. (Rafael, Sepe, Maggio, Milic, Chiriches, Machach, Rog, Ounas, Diawara). All.: Sarri.
ARBITRO Mazzoleni di Bergamo.
NOTE Spettatori 40mila circa. Espulso all’8′ Koulibaly per fallo su chiara occasione da gol. Ammoniti: Laurini, Albiol, Callejon, Badelj, Milik, Insigne, Eysseric, Mario Rui. Angoli: 3-2 per la Fiorentina. Recupero: 2’+1′, 3′.

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