Addio a Luigi Necco, il giornalista sportivo ai tempi di Maradona e Ferlaino
Se n’è andato all’età di 83 anni questa notte all’Ospedale Cardarelli di Napoli Luigi Necco, noto giornalista napoletano e volto storico di 90° negli anni d’oro del calcio Napoli, degli scudetti e di Maradona. I funerali domani alle 12 nella chiesa degli Artisti a Napoli. Ma non solo sport e calcio: Luigi Necco era esperto anche di archeologia: un programma che amava molto era “L’occhio del Faraone”. Ha diretto l’Ente provinciale per il turismo e, negli ultimi anni, curava una trasmissione dal titolo L’emigrante sull’emittente Canale 9.
Tantissimi aneddoti, più o meno felici da collegare al giornalista partenopeo. Nel 1980, Necco al 90esimo minuto raccontò che l’allora presidente dell’Avellino, Antonio Sibilia, era andato, accompagnato dal calciatore brasiliano Juary, a una delle tante udienze del processo in cui era imputato Raffaele Cutolo, capo della Nuova Camorra Organizzata e che durante una pausa Sibilla aveva salutato il boss con tre baci sulla guancia e gli aveva consegnato, tramite Juary, una medaglia d’oro con dedica («A Raffaele Cutolo dall’Avellino calcio»). Pochi giorni dopo aver dato la notizia, il giornalista venne gambizzato proprio ad Avellino per mano di tre uomini inviati da Vincenzo Casillo detto ‘O Nirone, luogotenente di Cutolo fuori dal carcere.
Viene ricordato anche per la mitica frase del 1990 “Milano chiama e Napoli risponde” entrata nella storia del giornalismo sportivo.
Noi vogliamo ricordare Luigi Necco così: