Arsenal-Napoli: Meret migliore in campo

Meret: voto 8. Non è cosa buona sia il migliore in campo, ma tant’è: para l’impossibile. Gli dobbiamo un grazie infinito. Il giovane friulano alimenta le speranze, ognuno giudichi se residue o tante, di ribaltare questo pesante 2 0.
Hysaj: voto 5. Una spina nel fianco, peccato sia il nostro finaco. Sbaglia un po’ tutto e soffre maledettamente i rapidi attaccanti londinesi.
Maksimovic: voto 6,5. Oltre a Meret, a mio parere, il migliore in campo. Non sbaglia niente né in marcatura né in appoggio.
Koulibaly: voto 5,5. Penalizzato sicuramente da quello sciagurato autogol, nel primo tempo naufraga nella confusione generale per riprendersi parzialmente nella seconda frazione.
Mario Rui: voto 5. Come il collega sull’altro out, sbaglia un po’ tutto. Sui calci d’angolo poi non riesce mai ad alzare una palla che sia una.
Allan: voto 5,5. La testa da troppo forse è altrove. Non vince più i contrasti che una volta avrebbe dominato e paga sicuramente anche la funzione suppletiva da regista che troppe volte è costretto a ricoprire.
Fabian: voto 5. Lento, macchinoso mentalmente e fisicamente. Sbaglia palle che potrebbero essere diverse volte letali. Il talento sembra averlo momentaneamente smarrito non si sa dove.
Zielinski: voto 5,5. Si divora il possibile 2 1 che renderebbe molto più credibile la rimonta del ritorno. Poche le progressioni, pochi gli inserimenti.
Callejon: voto 6. Meriterebbe anche lui l’insufficienza, tuttavia dai suoi piedi nascono i potenziali assist più pericolosi.
Insigne: voto 5. Non può fallire certe occasioni se ha aspirazioni da grande campione. Ed invece sbaglia riproponendo atteggiamenti snervanti di superficialità.
Mertens: voto 5,5. E’ vero, fornisce un assist al bacio ad Insigne, ma gioca da punta ed un tiro in porta io non l’ho visto: sembra che certi palcoscenici lo intimidiscano.
Younes: s.v.
Milik: s.v.
Ounas: s.v.
Ancelotti: voto 5. Sbaglia la formazione, o, meglio, la posizione degli uomini in campo, se ne rende conto, cambia nella ripresa, ma senza risultati concreti. Nel dopogara almeno ha l’umiltà di ammettere certi errori senza cercare alibi.
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