Editoriale Milano Partenopea: il governo del cambiamento!
In Italia sembra che il vero governo del cambiamento, con una leadership autorevole e sicura, abbia sede a Napoli. Il premier si chiama Ancelotti, non teme cambiamenti e l’Europa non lo bacchetta, anzi, lo elogia. Rimane un pochettino di spread e forse opera in deficit, ma anche questi aspetti miglioreranno: parola di Carletto.
Fuor di metafora, il Napoli visto ieri da più di qualche certezza. Il mister cambia 8/11 degli eroi del san Paolo contro il Liverpool, eppure la musica non cambia: gli interpreti si sentono tutti primi strumenti e l’orchestra inscena una sinfonia che ammalia i tifosi, anche i più scettici. Lo ammetto, quando ho visto la formazione, io stesso ho pensato: “Vabbè, stavolta forse ha esagerato…” E chiedo venia al Maestro, non metterò mai più in dubbio le sue doti, ormai oltremodo dimostrate, di sagacia tattica, di conoscenza in materia calcistica, e, ormai va aggiunto, anche psicologica.
E sì, Malcuit a destra sembra un veterano: copre bene la fasci fino alla mediana ed osa solo ciò che può osare; Ounas, come egli stesso ha dichiarato alla fine del match, si sente rinato causa fiducia dell’allenatore: la sua bravura da funambolo la conoscevamo, ora dobbiamo riconoscergli anche una maggiore disciplina; Hysaj opera bene sull’out sinistro; Diawara ritrova convinzione nei suoi mezzi e la giusta cattiveria (talvolta persino troppa, ammettiamolo): rompe le trame avversarie, aggredisce a centrocampo, e disegna le giuste geometrie; lo stesso, o quasi, dicasi di Rog: ancora un po’ da sgrossare questo diamante, ma sono convinto diventerà quel giocatore stimato anche da Modric; un tantino appannati forse solo Mertens e Zielinski: da evitare certi leziosismi davanti al portiere avversario; Verdi dimostra di saper sacrificarsi e lavorare assiduamente per la squadra.
Forse il rischio della squadra è il narcisismo: l’innamorarsi troppo di se stessi e di non chiudere il match subito. Ma il Maestro, quello appunto con la M maiuscola, riconosce i difetti della squadra e sa quando è ora di inserire i grandi solisti. Ed in questo momento della stagione gli assoli irresistibili sono opera del numero 24, anche se, riconosciamoglielo, è il vero 10 della squadra: Lorenzo Insigne. Quando entra la compagine che ne aveva perso un po’, ritrova il giusto smalto e lui dà il colpo di grazia ai neroverdi con il pezzo migliore del suo repertorio. Da un po’ che non applaudivamo tale colpo: Hysaj che sfonda a sinistra dà la palla ad Insigne leggermente defilato sul vertice sinistro dell’area di rigore. Il Magnifico tocca la sfera come ormai solo lui in Italia sa fare e questa si insacca imparabilmente sotto il sette alla sinistra di un incolpevole Consigli.
Lo spettacolo ormai si chiude, può calare di nuovo il sipario su un san Paolo che, tre giorni dopo, applaude il suo campione e festeggia una squadra che viaggia a gonfie vele.
Tornando alla metafora di inizio articolo, festeggiamo il governo Ancelotti: comincia a piacerci questo cambiamento…
FORZA NAPOLI!!!