Napoli-Genk: le pagelle del Professore
Meret: 6,5. Il guantone c’è sempre quando serve, anche in una serata che potrebbe essere di puro relax.
Di Lorenzo: 7. In un Napoli fino a questo momento globalmente desolante, conferma di essere di gran lunga il miglior acquisto stagionale: sempre piazzato bene in difesa o in appoggio sulla fascia, mette cross interessantissimi.
Manolas: 6. Stasera è solo normale amministrazione: che sia anticipo o gioco aereo fa valere la sua possenza.
Koulibaly: 6. Sufficiente la sua prestazione contro attaccanti non irresistibili. Eppure ancora non lo vedo tranquillo, non lo vedo propriamente lui.
Rui: 6,5. Giocatore esclusivamente, o quasi, da serate Champions. Il portoghese non fa sbavature: attacca, rientra, fa diagonali pressochè perfette. Insomma, suda la maglia e questo fa piacere.
Allan: 6,5. La sua è una presenza che conta lì in mezzo: è sostanza, linfa vitale per un centrocampo altrimenti troppo leggero.
Zielinski: 6,5. Anche il polacco stasera è apparso più volitivo: tanta corsa, tanta gagliardia a recuperar palloni e a cercare di proporre gioco.
Ruiz: 5. Brutta, bruttissima copia del calciatore ammirato con la maglia delle furie rosse: sbaglia una percentuale altissima di passaggi, anche banali, che, se gli avversari non fossero mediocri, sarebbero lacrime a quest’ora.
Callejon: 6. Insomma, la sufficienza è stentata. Poco propone lo spagnolo, provoca il rigore del 4 0 e davvero poco più.
Mertens: 6,5. Prestazione da grande cuore: il belga corre tanto, rientra spesso a dar man forte ai suoi e poi, con il fatidico cucchiaio trasforma un calcio di rigore buono per aumentare uno score che faccia entrare ancor di più il folletto di Lovanio nella storia di questa società.
Milik: 8. Prestazione poderosa da parte del polacco che porta a casa il pallone e, lo speriamo, tanta fiducia e magari fortuna che lo tenga lontano dagli infortuni che lo hanno limitato troppo.
Gaetano: s.v.
Lozano: s.v.
Llorente: s.v.
Ancelotti: 6,5. Situazione non nuova. In Champions, posta e ribadita la mediocrità del Genk, mette in campo un’altra squadra, nel gioco e nelle motivazioni. Tutto ciò fa un bel po’ rabbia.
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